Ancora in bianconero per due stagioni, il giocatore parla di passato, presente e futuro. «E’ un vantaggio mantenere l’ossatura dello stesso gruppo, soprattutto se vincente» 181 punti in 20 gare e 48 muri punto realizzati. Il 2013/14 doveva essere l’anno della conferma per il vicentino Marco Volpato, centrale bianconero giunto a Padova nel 2012 dopo tre anni trascorsi a Bassano. Così è stato. Già dopo la sua prima esperienza agli ordini dell’allora coach Luigi Schiavon, era stato raggiunto un accordo triennale che di fatto legherà il giocatore a questa squadra per le prossime due stagioni.Esordio in serie A1 a 24 anni. Si potrebbe dire che con i tempi siamo perfetti.«La dici facile tu… Tanto sono io che dovrò scendere in campo contro bestioni grossi il doppio di me! A parte gli scherzi… di sicuro tremano un po’ le gambe a sapere che dovrò confrontarmi con giocatrori di altissimo livello, ma è una sfida che mi affascina. Non solo dovrò fare del mio meglio, ma so già che dovrò crescere molto a livello tecnico e atletico».Svantaggi e vantaggi per la Tonazzo nella prossima stagione? «Pensandoci bene, a livello numerico avremo più vantaggi che svantaggi. E’ certo che non vinceremo tutte le partite e che dovremo lottare come ogni Cenerentola che si rispetti, ma non partiamo da zero. Manterremo l’ossatura del gruppo, un gruppo che si conosce e che è stato vincente. Per molti di noi ci sarà già un’ottima intesa con il palleggiatore. Gli stessi allenatori conoscono già pregi e difetti di molti di noi e questo sarà importante soprattutto per il periodo pre season, che di solito è dedicato alla conoscenza del gruppo».Un ricordo che porterai sempre con te della stagione 2013/14? «Il fatto di essere stato l’anti scaramantico del gruppo. Ricordo che, prima della Coppa Italia, molti miei compagni facevano sempre le stesse cose o andavano a mangiare nello stesso posto per “scaramanzia”. Io invece facevo da “guastatore”: mi sono preso un bel po’ di parole, ma alla fine i fatti mi hanno dato ragione. Non sono una persona scaramantica, per cui mi diverto ad infierire su coloro che credono troppo in queste cose».La tua famiglia come ha accolto la promozione in A1?«Da genitori che si rispettino, ora mi chiamano sempre “Campione”, anche se è un termine che m’imbarazza. Inoltre hanno fatto non so quante copie delle varie pagine dei quotidiani dedicate alla nostra promozione. Infine, pure la mia ragazza è stata contentissima ma ora è già in ansia nel pensare che giocheremo contro squadre molto forti e che ci attenderà una stagione molto dura. Insomma, di sicuro tutti loro dimostrano di essere al mio fianco e di vivere questa avventura con molta partecipazione». Alberto SanaviaUfficio Stampa Tonazzo Padovapallavolopadova.com