Nasce il 1° master in Psicologia dello Sport

Si è tenuto a Padova il 5 ottobre scorso il convegno “Gli psicologi e la psicologia al servizio dello sport”, fortemente voluto dall’Ordine degli Psicologi del Veneto.Alla presenza di circa 200 tra psicologi, medici ed operatori del mondo dello sport, tra i quali i rappresentanti regionali e provinciali di varie Federazioni sportive, hanno preso la parola alcuni tra i più importanti studiosi italiani tra i quali Laura Bortoli, docente all’Università di Chieti e Alberto Cei, dell’Università di Roma Bicocca, entrambi operanti sul campo presso importanti società sportive e Federazioni, al fianco di numerosi atleti italiani divenuti campioni olimpici e mondiali nelle rispettive discipline sportive. Presenti anche il Prof. Roberto Dell’Acqua, il Prof. Giulio Vidotto e la d.ssa Marta Ghisi, della Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova, relatori sui temi del rapporto fra lo sport e le neuroscienze e della relazione tra ben-essere e successo sportivo.  La Pallavolo Padova sta costruendo un positivo rapporto con questi importanti scienziati padovani al fine di migliorare la qualità delle prestazioni dei propri atleti di punta, con ricadute che potranno risultare utili al miglioramento dell’attività di tutto il proprio vivaio giovanile, con l’auspicio che tutto il movimento pallavolistico padovano e veneto possa trarre giovamento dalla presenza degli psicologi dello sport nel proprio staff tecnico-scientifico. Allo scopo di una migliore qualificazione di questa figura professionale l’Università di Padova ha programmato per l’a.a. 2013/2014 il 1° master in Psicologia dello Sport, guidato e diretto dal  Prof. Giulio Vidotto e dalla d.ssa  Marta Ghisi,  che partirà nel marzo 2014.  Per una corretta comprensione del delicato ruolo che lo psicologo dello sport ricopre, occorre ricordare che egli “interviene con l’atleta moderno attraverso strumenti, conoscenze e competenze integrate che vanno:  –      dal gesto tecnico allo sviluppo percettivo-sensoriale fino alla conoscenza del corpo e alla gestione delle emozioni istintuali;–      dalla conoscenza di sé e delle specifiche conoscenze atletiche, allo sviluppo dell’autostima e della fiducia in sé;–      dalla costruzione dell’identità di ruolo alla capacità di riconoscersi nel gruppo e di collaborare per la sua crescita.”