Dalla Fina, sul tetto del mondo del volley femminile

Dopo coach Montagnani in Giappone, lo scout man vola in Azerbaijan al Rabita Baku. «Sogno di diventare allenatore e di tornare a Padova con tutti coloro con cui ho lavorato»   Oltre agli allenatori e ai preparatori atletici, nello staff di una squadra di volley esiste anche la figura dello scout, troppo spesso considerato solamente come l’uomo delle statistiche, quello a cui i tecnici si affidano per sapere numeri e percentuali – positive e negative – dei propri giocatori. Ma uno scout man è molto di più di una semplice definizione, perché è parte integrante dello spogliatoio: spesso è colui che aiuta la squadra e lo staff nei più svariati compiti, divenendo così una figura di riferimento per quanti lavorano insieme a lui. Padova da diverso tempo può essere orgogliosa degli scout che hanno fatto parte della famiglia bianconera, ultimo dei quali Fabio Dalla Fina. Come il suo predecessore Giorgio Tomasetto, anche Fabio è passato dal volley maschile a quello femminile. Per lui è giunta un’opportunità che – ovviamente – non si è lasciato sfuggire dato che ora fa parte dello staff del Rabita Baku, squadra dell’Azerbaijan che nel 2011 ha trionfato al Mondiale per Club e che nella passata stagione ha vinto il suo quarto campionato. Dopo l’approdo dell’ex coach Paolo Montagnani al Suntory Sunbirds in Giappone, anche un altro componente dello staff bianconero è volato all’estero.Fabio, come è arrivata questa opportunità?«Grazie all’attuale tecnico Marcello Abbondanza. Lo staff di solito lo segue al completo, ma in questa occasione lo scout man Michele Fanni ha preferito rimanere a Villa Cortese per motivi personali. Qualche collega/amico mi ha riferito della situazione e mi ha chiesto se eventualmente ero interessato. Ovviamente ho detto di sì. Dopo un paio di giorni è arrivata la telefonata di Marcello e ci siamo accordati. E’ avvenuto tutto in modo molto semplice, ma ho colto al volo questa opportunità».Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?«Di migliorare ovviamente, sia come scout man ma anche come allenatore. Nel corso degli anni, ogni scelta è stata fatta per accrescere il mio bagaglio tecnico e professionale, questa compresa. Qui avrò l’opportunità di conoscere in maniera più ampia il mondo della pallavolo femminile ad alto livello, di lavorare con una squadra che oltre al campionato parteciperà anche al Mondiale per Club e alla Champions League, con uno staff che ha sempre lottato per primeggiare in Italia e in Europa. Non potevo chiedere di meglio».Quali sono le più grandi differenze tra questi due mondi pallavolistici?«La pallavolo femminile è completamente diversa, a partire dalla gestione tattica della palla alta per esempio, oltre alle naturali differenze fisiche e di statura. In pratica è l’esatto contrario della pallavolo maschile! Il tipo di servizio, le combinazioni di attacco… avrò modo di farmi una bella cultura».Il tuo sogno?«Spero tanto di riuscire a vivere facendo quello che amo. Ho iniziato la carriera da scout man per diventare un bravo allenatore. Voglio essere uno dei migliori, non mi piacciono le mezze misure. Magari realizzando tutto questo insieme alle persone che amo, a cui voglio bene e ho avuto la fortuna di conoscere nel corso degli anni. Ecco, questo sarebbe stupendo».Cosa hai imparato a Padova e che ricordo ne conservi?«Di Padova ho un ricordo bellissimo. Ho avuto la fortuna di lavorare e stare con degli amici veri, tra cui Paolo Montagnani e Simone Roscini. Con loro ho imparato tantissimo: dal modo di stare in palestra, a come preparare la squadra nei confronti dell’avversario nei match delicati. Nel mio primo anno in serie A1 è stato un onore lavorare con uno staff così preparato e allo stesso tempo così affiatato: dalla prima all’ultima persona che fa parte di Pallavolo Padova. Sono sicuro che prima o poi ritorneremo tutti sotto lo stesso tetto… Anche questo è un sogno».In bocca al lupo Fabio. Alberto SanaviaUfficio Stampa Tonazzo Padovapallavolopadova.com