Le mani d’oro della Kioene

Intervista a Davide Giulian e Daniele Salvagnini, fisioterapisti bianconeri. «Prima esperienza eccellente, ci siamo sentiti da subito parte della squadra»

 

 

Il pubblico li ha visti spesso in panchina alle partite e il loro è un ruolo fondamentale per il benessere fisico degli atleti. Si tratta di Davide Giulian e Daniele Salvagnini, fisioterapisti bianconeri che nel 2018/19 hanno vissuto la loro prima esperienza con la Kioene Padova. Per loro si è trattato di un vero e proprio “esordio” nel mondo del volley, che in brevissimo tempo li ha conquistati.
«Da 20 anni ho un mio studio di fisioterapia – dice Giulian – e per circa 12 anni ho lavorato nell’ambito dello sport, girando il mondo grazie all’hockey su prato. Ritengo questa prima stagione alla Kioene davvero eccellente. Ho coinvolto in questa avventura Daniele, che conoscevo da diverso tempo e con il quale esisteva già un’ottima sintonia». Nello sport, Salvagnini ha invece seguito pallamano e atletica. «Io stesso ho praticato atletica – spiega quest’ultimo – e arrivati alla Kioene ci siamo trovati da subito in un ambiente positivo e ben organizzato».
ORGANIZZAZIONE E COORDINAZIONE. Chiacchierando con loro, si capisce che sono queste le due parole chiave per svolgere l’attività al meglio. «Abbiamo creato da subito un planning dettagliato – afferma Giulian – che ci ha consentito di lavorare bene con i ragazzi, i quali si sono dimostrati dei veri professionisti nella gestione del proprio corpo». Organizzarsi, quindi, ma facendolo necessariamente insieme allo staff. «Da questo punto di vista – dice Salvagnini – è stata fondamentale la coordinazione con il preparatore atletico Davide Grigoletto, con il coach Valerio Baldovin e con l’intero staff medico».
TRATTAMENTO COME PREVENZIONE. «La continuità di trattamento è fondamentale – spiega Giulian – perché è propedeutica alla prevenzione degli infortuni». Ovviamente i trattamenti fisioterapici variano da disciplina a disciplina. «Generalizzando – continua Salvagnini – in alcuni sport “atletici” si pensa più alla resistenza del giocatore, mentre nella pallavolo si punta l’attenzione sull’aspetto dell’esplosività muscolare. Ecco che il nostro lavoro si adatta alle esigenze della singola disciplina».
FARE SQUADRA. «Io solitamente passo per quello più “serioso e rompi scatole” – racconta Giulian – mentre Daniele è quello “alto e sorridente”. A parte gli scherzi, con i ragazzi si è creato da subito un ottimo feeling, fatto di grande impegno ma anche di goliardia. Questo ha creato una grande sintonia tra staff e squadra». Gli fa eco Salvagnini: «per noi è stata ed è un’esperienza di crescita professionale. Ad esempio sono rimasto positivamente colpito da come il capitano Travica ha gestito i rapporti con gli atleti più giovani, facendo sentire tutti fondamentali nel gruppo».

 
Alberto Sanavia
Ufficio stampa Kioene Padova
www.pallavolopadova.com